30 Dicembre 2020

Pharma e biotech: perché la Svizzera?

Diacron Suisse

L’industria della Salute è lievitata, la produzione nell’ultimo ventennio è più che raddoppiata e lo scorso anno, secondo dati Eurostat, l’industria farmaceutica e biotecnologica è stata quella con il più alto valore aggiunto prodotto per persona impiegata.

Un ruolo fondamentale lo gioca la ricerca e sviluppo che in Europa nel 2019 si è attestata su valori pari a quasi 40 mld di euro, di cui 1/6 in Svizzera (a fronte di una produzione pari a 45 mld circa).

Superfluo evidenziare che l’importanza di questo settore non può che aumentare a seguito dell’emergenza pandemica attualmente in corso.

Gli investimenti in R&D nel settore Pharma e biotecnologie pesano sul fatturato all’incirca per il 15% nel 2019, più che in ogni altro settore (al secondo posto, ben distanziato compare il settore informatico, 10%). Le motivazioni che spingono le industrie del settore ad investire così tanto in ricerca e sviluppo sono riconducibili al fatto che i prodotti del settore sono molto concentrati, spesso un paio di farmaci costituiscono più della metà del fatturato dei grandi gruppi; questo rende inevitabile investire per rinnovare i brevetti a scadenza.

Un’ulteriore spinta agli investimenti in R&D è data dall’esigenza sempre più attuale di tutti i sistemi sanitari a livello globale di ridurre i costi; questo spinge i big del settore ad individuare farmaci sempre più efficaci.

Gli investimenti volti a finanziare la ricerca sono sicuramente una chiave del successo nel settore, ma non solo in questo modo si aiuta la ricerca e sviluppo: sempre più spesso si riscontrano allenze, collaborazioni scientifiche ecc., sia con istituti pubblici sia con privati.

La Svizzera in questo settore ha un ruolo rilevante: basti pensare che Roche e Novartis sono le prime due società nella top 10 del Pharma, che nel 2019 hanno registrati ricavi complessivamente per quasi 100 miliardi di dollari e che le spese in R&D complessivamente nei due gruppi si sono attestate a circa 18,5 miliardi di dollari.

Un elemento che induce le aziende attive nel settore ad investire in R&D è la capacità di sostituire il prodotto il cui brevetto è scaduto con i ricavi di altri prodotti. In pratica bisogna individuare nuovi prodotti prima che un medicinale sostitutivo generico eroda la capacità reddituale di un prodotto precedentemente innovativo. Il rischio che gli investimenti vadano in fumo diminuisce sempre di più con il passare degli anni a fronte della crescita esponenziale della complessità di molti farmaci recenti che li rende difficilmente replicabili nel rispetto delle linee guida delle normative brevettuali.

Perché la Svizzera che comunque non ha un mercato interno rilevante è comunque tra i primi paesi al mondo nel settore? Il successo è riconducibile alle condizioni quadro: know-how, nuovi talenti e formazione, infrastrutture, parchi dell’innovazione, centri di ricerca, consulenti specializzati.

E’ quindi evidente che il persistere di queste condizioni rende la Svizzera un paese in cui investire a livello finanziario nel settore biotech e pharma oltre che un paese sicuramente da valutare per l’insediamento di realtà attive nel settore che intendono crescere e collaborare con i Big.