25 Marzo 2022

Il trust nel diritto svizzero

Diacron Suisse

L’introduzione del trust di diritto svizzero sta proseguendo la “lunga marcia” iniziata alcuni anni fa; il 12.01.2022 è la data che riporta il rapporto esplicativo per l’avvio della procedura di consultazione con la proposta di modifica del Codice delle Obbligazioni e di numerose altre leggi.

L’obiettivo è, da un lato, di offrire ai residenti e alle imprese in Svizzera uno strumento giuridico flessibile, affidabile e appropriato per la detenzione del proprio patrimonio e, dall’altro, di creare nuove opportunità di affari per la piazza finanziaria.

A tutt’oggi la Svizzera non dispone di un diritto dei trust mentre i trust stranieri sono invece largamente diffusi e pienamente riconosciuti in Svizzera dall’entrata in vigore, nel 2007, della Convenzione dell’Aia sui trust.

Nella stesura dell’ avamprogetto, l’Amministrazione è stata ispirata dalla necessità di prevedere uno strumento pratico di pianificazione patrimoniale. Il trust svizzero permetterebbe di soddisfare tale necessità, creando così nuove opportunità di affari e aprendo ulteriori possibilità alla piazza economica.

Lo strumento proposto presenta le caratteristiche essenziali di un trust di diritto anglosassone e corrisponde alla definizione della Convenzione dell’Aia.

Il trust di diritto svizzero rappresenterà quindi un’alternativa concreta e valida per le persone, fisiche e giuridiche, che non vogliono, o non possono, ricorrere a un istituto giuridico straniero o a un altro istituto del diritto svizzero.

Importante è sottolineare che la proposta non è ricalcata sul modello di un diritto straniero, ma si fonda su regole e principi già noti nel diritto svizzero, il che garantisce un alto livello di certezza del diritto.

Entrando un po’ in dettaglio, il trust:

- rispetterà le restrizioni del diritto di disporre previste dal vigente diritto matrimoniale e successorio nonché da altre disposizioni;

- garantirà che il disponente non possa cedere i suoi beni a discapito di terzi;

- sarà flessibile al punto di permettere il suo impiego per diversi fini e in vari contesti: in un contesto privato o commerciale, per fini di pianificazione patrimoniale, successoria, a scopo di garanzia, di detenzione di attivi, ecc.

L’avamprogetto esclude esplicitamente solo la costituzione di trust per finalità benefiche e di altri purpose trust (trust di scopo) per non fare concorrenza alla fondazione.

L’avamprogetto fissa la durata massima del trust a 100 anni.

Poiché il trust svizzero potrà essere impiegato anche all’estero, è importante che sia compatibile con le regole in materia di trasparenza degli standard internazionali. La proposta tiene pertanto conto anche degli impegni della Svizzera sia in materia di lotta al riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo sia in ambito di trasparenza fiscale.

L’avamprogetto prevede una serie di disposizioni che garantiscono la totale conformità con i requisiti del GAFI, il Gruppo d'Azione Finanziaria Internazionale, e del Forum globale (forum sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni in questioni fiscali) riguardanti principalmente gli obblighi del trustee di identificare e verificare gli aventi economicamente diritto.

L’introduzione del trust nel diritto svizzero offre l’opportunità di disciplinare esplicitamente i nuovi rapporti giuridici anche nelle leggi fiscali. Attualmente l’imposizione dei rapporti di trust si basa sui principi generali del diritto fiscale e su due circolari. Le norme di diritto fiscale proposte mantengono la prassi vigente che consiste nell’attribuire i redditi da trust al disponente nel caso di un trust revocabile, e ai beneficiari aventi diritto a prestazioni in caso di trust irrevocabili (Irrevocable Fixed Interest Trusts).

Il trust svizzero aprirebbe nuove opportunità di affari per l’industria del trust e avrebbe inoltre un effetto positivo sull’attrattività della piazza finanziaria svizzera mettendo a disposizione di quest’ultima uno strumento che le consentirebbe di rimanere competitiva. Ciò è indispensabile se la Svizzera vuole continuare ad attirare la clientela internazionale verso i suoi centri d’affari ed evitare che residenti in Svizzera attualmente privi di uno strumento di pianificazione successoria e patrimoniale corrispondente alle loro necessità si trasferiscano all’estero.

Diacron Suisse